foto del mare

MARE: IL SIGNIFICATO PSICOLOGICO

“L’acqua in tutte le sue forme – in quanto mare, lago, fiume, fonte ecc. – è una delle tipizzazioni più ricorrenti dell’inconscio, così come essa è anche la femminilità lunare che è l’aspetto più intimamente connesso con l’acqua”. Carl Gustav Jung

C.G. Jung, Mysterium coniunctionis

Il mare, con le sue caratteristiche di vastità e profondità ha da sempre attratto esploratori e navigatori, e ha sempre affascinato gli esseri umani, ispirando poeti, pittori, cantanti e artisti in generale. L’aspetto misterioso del mare suscita il nostro desiderio di conoscenza e ci attira sulle sue rive, e proprio perché non può mai essere del tutto conosciuto, diviene oggetto di fantasie, miti, immaginazioni e proiezione dei nostri stati d’animo e delle nostre emozioni.

Per questo motivo molti autori, anche all’interno dell’ambito della psicoanalisi, si sono interrogati su quale sia il significato simbolico e psicologico del mare.

Il mare come simbolo dell’inconscio

Secondo Jung e altri autori, il mare è una delle immagini più frequenti dell’inconscio. Come abbiamo visto per la foresta, alcune caratteristiche di questi elementi naturali, per esempio la mancanza di confini e punti di riferimento, l’oscurità, la ricchezza di forme di vita e allo stesso tempo la possibile pericolosità, li rendono particolarmente adatti a rappresentare l’inconscio personale.

I mari e gli oceani hanno una parte rilevante anche in molti miti, dove vengono associati all’inconscio collettivo. Con questo termine Jung si riferisce a un sostrato psichico universale, comune all’intera umanità attraverso tutte le epoche, mentre l’inconscio personale è legato all’esperienza di un singolo individuo. Ne La natura nei sogni, Jacques de La Rocheterie afferma che il mare appare molto frequentemente nei sogni, e spesso è l’espressione dell’inconscio collettivo. Poseidone, il dio del mare, regna sulla profondità, mentre Apollo, dio del sole, illumina la terra con la luce della coscienza. Il ciclo del sole che sorge a est, raggiunge l’apice a mezzogiorno, tramonta a ovest e si inabissa, per poi riapparire nuovamente il giorno dopo, diviene la metafora dell’Io, la coscienza, che sprofonda nell’inconscio per poi risalire. Ogni viaggio nell’inconscio può essere fonte di trasformazione, arricchimento e ampliamento della personalità.

Così come accade nel racconto biblico di Giona, che venne inghiottito dalla balena, o nella favola di Pinocchio nel ventre del pescecane: il protagonista vi rimase per tre giorni e tre notti prima di essere sputato fuori e riemergere, interiormente modificato da quell’esperienza e pronto ad accogliere il compito a cui era destinato. Il mare può essere quindi ricco di bellezze e tesori, così come nascondere nel profondo mostri marini e creature sconosciute. L’abisso, termine che deriva dal greco antico abyssos e significa letteralmente senza fondo, comporta il rischio di perdersi nella profondità senza limite. Come avviene per tutti i simboli, anche per quanto riguarda il mare è presente un’ambivalenza di significato, nell’alternanza tra fonte di vita e di morte, forza creatrice e distruttrice.

Diverse sfumature legate al simbolismo dell’acqua

Proprio per la grande varietà di rimandi e di significati, possiamo individuare diverse sfumature legate al simbolismo del mare e dell’acqua in generale.

  1. Sorgente di vita. Acqua come origine, sia sotto forma di brodo primordiale da cui è scaturita la vita sulla Terra, sia, a livello individuale, come liquido amniotico in cui si sviluppa il feto. L’acqua inoltre è indispensabile non solo per generare, ma anche per mantenere in vita. Per questi motivi “È l’immagine più adatta per simboleggiare l’inconscio, non solo nel senso di caos originario, ma anche come Madre che crea e che nutre” (J. de La Rocheterie).
  2. Acqua come mezzo di purificazione del corpo e dell’anima, in grado di lavare i peccati e ripristinare uno stato di purezza. Negli antichi testi degli alchimisti, il processo di progressiva purificazione della materia, fino al raggiungimento della pietra filosofale, poteva passare attraverso l’azione dell’acqua o del fuoco. Possiamo ritrovare questa immagine della catarsi in molte religioni, dal sacramento cristiano del battesimo, al bagno rituale nel fiume Gange per ottenere la redenzione, nella tradizione induista.
  3. Centro di rigenerazione. Come abbiamo visto, l’acqua può lavare, purificare, ma anche rigenerare. L’immersione nell’acqua simboleggia la rigenerazione totale. Il bagno e la successiva emersione rappresentano la ripetizione simbolica della nascita, dall’acqua deriva quindi la vita sia fisica che spirituale. Nell’alchimia, l’acqua consente il passaggio dalla fase di Nigredo, la nerezza della morte e dell’impurità, dello smarrimento e del caos, alla fase dell’Albedo, quando il bianco e la luce iniziano a farsi strada nelle tenebre, consentendo la trasformazione. Anche il battesimo, in seguito alla purificazione, consente una nuova nascita e l’assunzione di nuovo nome.

Nella sua accezione di generatrice di vita, l’acqua può assumere carattere femminile, materno, oppure maschile, come acqua che scende dal cielo a fecondare la terra. La pioggia rappresenta la fertilità, e, se si trasforma in diluvio, la trasformazione attraverso la purificazione. Queste tematiche sono al centro dell’opera dell’artista contemporaneo Bill Viola, di cui ho parlato in un altro articolo.

Il significato materno dell’acqua

Jung, in Simboli della trasformazione scrive: “Il significato materno dell’acqua è una delle interpretazioni simboliche più chiare della mitologia. Gli antichi Greci dicevano: «Il mare è il simbolo della nascita». Dall’acqua viene la vita, e quindi anche i due dèi che qui ci interessano: Cristo e Mithra. Quest’ultimo, secondo le rappresentazioni che ne abbiamo, nacque nei pressi di un fiume; Cristo ricevette la «rinascita» nel Giordano e nello stesso tempo nacque dalla Pegé (sorgente, fontana), la sempiterni fons amoris, madre di Dio che la leggenda pagano-cristiana tramutò in una ninfa delle sorgenti”.

“La proiezione dell’imago materna sull’acqua conferisce a quest’ultima una serie di qualità numinose o magiche, peculiari della madre. Il simbolismo dell’acqua battesimale della Chiesa ne è un buon esempio. Nei sogni e nelle fantasie il mare, o una qualsiasi vasta distesa d’acqua, significa l’inconscio. L’aspetto materno dell’acqua coincide con la natura dell’inconscio, in quanto quest’ultimo (specialmente nell’uomo) può essere considerato madre o matrice della coscienza. In tal modo l’inconscio, quando interpretato in riferimento al soggetto, ha al pari dell’acqua significato materno”.

Il mare nei sogni

Come abbiamo visto, il mare compare spesso nei sogni in tutte le sue forme: contemplare la luce che si riflette su un mare piatto e calmo, navigare dolcemente sull’acqua, nuotare, osservare i pesci e le creature marine, riportare a galla reperti dal fondale, surfare le onde… ma anche trovarsi su una barca in un mare in tempesta, essere travolti dalle onde, maremoti e tsunami, combattere mostri e ritrovarsi sperduti su un’isola deserta. Possiamo individuare alcuni motivi tipici, o sogni ricorrenti, legati al tema del mare e dell’acqua, e altri assolutamente personali.

Nel Dizionario dei simboli di J. Chevalier e A. Gheerbrandt leggiamo: “Il mare è sia l’immagine della vita sia quella della morte”. Nell’antichità le potenze naturali venivano rappresentate come divinità in grado di dare e togliere la vita, e tutt’oggi siamo chiamati a confrontarci con tale verità, a fronte di eventi come le pandemie e il cambiamento climatico. Anche per quanto riguarda i sogni, l’interpretazione dipende sempre dalla posizione della coscienza: in alcuni casi la discesa nel mare può indicare la necessità psichica di andare più in profondità, per compensare un atteggiamento troppo rigido della coscienza, o per uscire da una condizione di stallo o superare un momento di difficoltà. In altre circostanze, invece, può prevalere il pericolo di essere sommersi dalle onde e annegare nel disordine psichico, fino ad arrivare, nei casi più estremi, alla dissoluzione dell’Io e alla psicosi.

Gli autori proseguono: “Occorre distinguere tra superficie e profondità dell’acqua. La navigazione in superficie indica i pericoli dell’esistenza, mentre le regioni sottomarine si riferiscono all’inconscio.”

Possiamo vederlo rappresentato in quest’immagine della barca solare disegnata da Jung ne Il Libro Rosso: la barca è guidata dal sole, simbolo della coscienza che ci dirige, ma naviga su un mare increspato dalle onde, che nasconde nella profondità un mostro marino.

“Gli antichi simbolismi dell’acqua come fecondatrice della terra e dei viventi ci guidano sino ai simboli analitici dell’ acqua come fecondatrice dell’anima: il fiume, il mare rappresentano il corso dell’esistenza umana e le fluttuazioni dei desideri e dei sentimenti”.

Bruno Tagliacozzi, nel suo articolo “Jung e il simbolismo dell’acqua” afferma: La simbologia dell’acqua ci induce a un viaggio nelle profondità della nostra psiche, che probabilmente non trova eguali in altri elementi proprio per il suo significato universale e indissolubilmente legato ai temi della nascita, della morte e del rinascere in un percorso interiore che dalla coscienza, attraversando l’inconscio, ci porta alla realizzazione di una maggiore consapevolezza e alla ricerca della nostra individuazione.”

Può essere frequente sognare di trovarsi seduti presso l’acqua intenti a pescare: in questo caso l’acqua racchiude i contenuti dell’inconscio, che il pescatore si sforza di riportare alla luce.

Concludiamo citando lo stralcio di un’intervista a Norma Bärgetzi Horisberger, analista junghiana: “L’acqua, il mare, è il simbolo dell’inconscio per eccellenza, con tutti i contenuti rappresentati da tutti gli esseri che vivono nelle sue profondità. Noi tutti abbiamo navigato nel mare uterino delle nostre madri e l’acqua ci ricollega a uno stato in cui non ci sentivamo ancora separati dal grande universo. La barca è da sempre stata non solo un veicolo, uno strumento, ma anche compagna dell’uomo. Alla barca si dà un nome e guai a cambiarlo! Da sempre la barca è stata espressione di un archetipo, colei che ci porta nel nostro viaggio terreno da una sponda all’altra. L’io che nel viaggio individuativo deve confrontarsi e relazionarsi con le intemperie che il destino ci pone sul nostro viaggio. La vela è un’immagine che mi parla molto, perché si muove con il vento e nessuno può comandare il vento. È una metafora per le nostre attitudini, le nostre caratteristiche, le nostre qualità. Il vento è per me simbolo del destino, colui che interferisce nel dialogo tra mare, barca e vela. Quindi, dobbiamo adattare le vele come meglio possiamo. Capita, per esempio, che un vento contrario ci costringa a rinunciare almeno temporaneamente a raggiungere un dato porto; proprio come con certi obiettivi che ci fissiamo nella vita. In altri casi siamo costretti a circumnavigare un’isola, proprio come dobbiamo spesso «girare attorno» a ciò che vogliamo ottenere. Il viaggio in barca a vela sottolinea la relazione che intercorre tra l’energia divina (il vento) e l’essere che si muove a seconda del proprio destino nella presente incarnazione”.

Bibliografia

  • B. Tagliacozzi,  Articolo: “Jung e il simbolismo dell’acqua” in Antonella Mei, I Passionauti. Il mare nella nostra vita (Roma, Edizioni Cisu, 2016)
  • F. Balli, Il viaggio della vita, intervista a Norma Bärgetzi Horisberger, in http://normabargetzi.ch
  • C. G. Jung, (1912-1952), Simboli della trasformazione, in Opere, vol. V, Torino, Boringhieri, 1970
  • C. G. Jung, (1955-1956), Mysterium coniunctionis, in Opere, vol. XIV, Torino, Boringhieri, 1990
  • C. G. Jung, Il libro rosso, Torino, Boringhieri, 2009
  • J. Chevalier e A. Gheerbrandt, Dizionario dei simboli, Milano, Rizzoli, 1986
  • J. de La Rocheterie, La natura nei sogni, Milano, Red Edizioni, 1988

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